P R E M E S S A

Questo sito dovrebbe essere uno spazio in cui raccontare degli eventi musicali ma, poiché ritengo la musica inefficace a descrivere la mia personale ricerca, penso sia per me più naturale esprimermi a parole. Neanche con le immagini, superflue e abbondanti altrove. Lo spazio virtuale è affollato di tutto. Raccapriccianti rappresentazioni di persone che vogliono imporre la loro personalità, e non importa per quali meriti.
Apparire ad ogni costo, apparire meglio che essere. Non penso neanche all’efficacia di questo spazio, in verità, poiché i più temerari di voi avranno pensato di mollare già al sesto rigo.

D’altronde è molto più semplice guardare (e non osservare) un’immagine ed esprimersi attraverso un simbolo ameno. E poi, perché affidare i più intimi pensieri alla "potenza oscura" di qualche piattaforma asocial?

I molti di voi hanno abboccato. Vi fanno sentire al centro del mondo (non del vostro) come dei principi, ma rappresentate solo la vostra miseria da mendicante in un selfie. Hanno reso facile il consenso senza neanche occuparsi della vostra sostanza. Avete ceduto la vostra idea di mondo, il vostro tempo, il vostro coraggio. Nella vostra misera condizione amate la consolazione di un like.

I social network hanno sedato qualsiasi possibilità di ribellione poiché all’orizzonte non c’è neanche un’idea di nemico né di guerra. Smarriti nel deserto più scadente, vaghi senza una guida, un giudizio, una necessità. Mal-essere tascabile, sempre e comunque ovunque. In contatto col mondo virtuale mentre il vostro tempo reale scorre, scorre, scorre. Il nemico all’orizzonte, aspettando i tartari, sei proprio tu.

Negli ultimi anni ho pensato poco alla musica e, se l’ho fatto, in maniera distratta. D’altronde, cosa può oggi una canzone? una poesia? un romanzo epico? Niente. Sazi di perenne compagnia virtuale, non occorre che qualcuno ti spiazzi con l’arte dal tuo rifugio sicuro, dalla tua comfort-zone. Ma non ho smesso di pensare al senso della musica, così come dell’arte tutta e quindi della filosofia. La musica è un strumento d’indagine per arrivare alla Verità.

In Inchiuvatu il tema esistenziale è stato sempre prioritario rispetto a qualsiasi caricatura anticlericale o di genere (metal nello specifico). Ma è con il progetto Agghiastru che ancora oggi cerco di andare sempre più a fondo. Ma per arrivare dove? Alla conoscenza di sé e alla dimenticanza di se stessi. Questa è una meta ambita dai più, dai tanti sbandati, vecchi e nuovi, che non fanno altro che desiderare di dimenticare se stessi (magari con qualche grasso idrogenato, anfetamine o psico-pillolette). 

La via per raggiungere questa tolleranza rispetto al peso dell’esistenza passa dunque non per una canzone che, una volta era capace di raccontare molto di noi, ora non più, ma di estenderla al linguaggio, al racconto epico, all’aedo puro. Dunque, qui si scrive. Si mette in evidenza che, per raggiungere questa serenità devi indagare nei tremila anni di Storia, della Tua Storia anche se sei rimasto una scimmia, e mi stupirei se fossi arrivato a leggere fin qui e senza neanche un’immagine su cui segnare il tuo apprezzamento. Il tuo scarso segno per esistere, per far sì che qualcuno si accorga di te.

Dunque, caro il mio amico temerario, se vuoi seguirmi ti do dei consigli per risvegliarti da tuo torpore, tieni a mente questo spazio e non ti fare distrarre da altro, non hai più tempo.